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Un bel mattino di primavera è l'ideale per iniziare il nostro viaggio

 

Siamo alla Chiusa di San Ruffillo, estrema periferia di Bologna

 

La chiusa di San Ruffillo si trova ai piedi delle colline bolognesi in una natura splendida

 

Qui una parte delle acque del fiume Savena si incanala per raggiungere il centro cittadino

 

Il resto delle acque prosegue con il fiume Savena

 

Al di là del ponte di San Ruffillo, all'altezza della casa del custode della chiusa, il nuovo canale punta verso Bologna

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Alla casa del custode le acque in eccesso del canale si riversano nel fiume Savena sottostante

 

 

Qui siamo in via del Dazio a San Ruffillo. Il canale è momentaneamente svuotato.

 

In via Corelli una copia fedele di una ruota di mulino in legno dei tempi andati è stata posta sul canale

 

In via Delle Armi, in prossimità dell'ex-Molino Parisio, la ciclabile costeggia il canale

 

Non tutti sanno che il canale Savena alimenta il laghetto dei giardini Margherita. Da qui in avanti diviene sotterraneo dirigendosi verso il centro cittadino. Fotografia fatta con Google Earth

 

 

I ruderi di una villa della famiglia Talon

 

Il punto di inizio del canale di Reno

 

Il Lido di Casalecchio, storicamente la spiaggia dei Bolognesi sul fiume Reno

 

Un antico camminamento accompagna per un tratto il canale

 

Lasciato il parco Talon e attraversata via Porrettana il canale di Reno scorre sonnolento in quella che si chiama, in suo onore,  via  Canale

 

Alla fine di via Canale incontriamo una casa dall'aria antica che ci incuriosice. E' la casa del Ghiaccio, o paraporto Scaletta

 

In tempi ormai lontani i lastroni di ghiaccio che in inverno scorrevano minacciosi lungo il canale venivano deviati verso queste due paratie oltre alle quali un lungo scivolo scaricava il ghiaccio nel sottostante fiume Reno. Fu necessario fare questo per evitare che a Bologna i lastroni di ghiaccio potessero danneggiare le pale dei mulini ed i macchinari che sfruttavano la corrente del canale per svolgere il loro lavoro.

 

Foto tratta da Internet

 

Paraporto Verocchio la cui funzione era quella di liberare il canale dalla sabbia e dalla ghiaia

 

Il fiume Reno accompagna per un tratto il nostro canale

 

Una gradevolissima ciclabile costeggia il canale fino a Bologna

 

Qui siamo tra le case della Croce di Casalecchio. Pochi sanno dell'esistenza di questo tratto di canale scoperto.

 

 

Un grande ed accogliente parco accompagna per un tratto il canale di Reno mentre la basilica di San Luca sembra amorosamente vegliare

 

Stiamo per arrivare al ponte di via della Barca, zona Funivia

 

Oltre via della Barca si costeggia l'intero Cimitero di Bologna, la Certosa

 

Appena passato il cimitero il canale di Reno è stato tombato. Lo rivedremo più avanti.

 

Il percorso del canale tra le vie del centro storico

 

 

Via Riva di Reno con le sue lavandaie poco dopo la II guerra mondiale. Poco tempo dopo il canale è stato tombato.

 

 

 

All'angolo tra via Marconi e  via Riva di Reno il canale di Reno cambia nome e diventa canale delle Moline che a tratti scorre in superficie

 

Veduta da via Malcontenti verso via Piella

 

Siamo alla finestrella di via Piella e guardiamo verso via Malcontenti. Questa immagine ed il dipinto ottocentesco di Annibale Marini che segue forse rappresentano lo stesso luogo in tempi decisamente diversi

 

Da via Piella. In corrispondenza di via Oberdan il canale delle Moline gira a sinistra puntando verso via Irnerio

 

Veduta da via Oberdan verso via Piella

 

Il canale scorre poi nascosto dai caseggiati tra via Alessandrini e via Capo di Lucca. Lo si può osservare solo da uno dei Caffé di via Alessandrini (prossime 2 foto)

 

Verso via Irnerio il canale delle Moline scompare per riversarsi nel Navile al sostegno della Bova di via Bovi Campeggi

 

Ma prima fa solo una fugace e timida apparizione ai piedi della monumentale Porta Galliera nei pressi della Stazione Centrale

 

Il Cavaticcio

Le varie fabbriche riversavano l'acqua usata per far funzionare i loro macchinari

 

Parte terminale del Cavaticcio con un tocco di modernità a ricordo di una realtà che non esiste più

 

Contiguo al Porto si erge ancora l'imponente palazzo della Salara adibito un tempo allo stoccaggio del sale

 

Sulla facciata del Palazzo della Dogana era posta la cosiddetta Madonna del Porto, dello scultore seicentesco Camillo Mazza. Dopo la demolizione dell'intero complesso portuale la scultura è stata salvata e troneggia ora in cima allo scalone del Palazzo Comunale (foto seguente).

 

La Madonna del Porto. Quale immagine più degna per segnare la fine del nostro viaggio...?